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La Colombia è al centro di tensioni che investono diversi
paesi dell'America Latina, Venezuela ed Ecuador in primis, ma anche gli
Stati Uniti e, attraverso la questione degli ostaggi detenuti dalle
FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), anche l'Europa.
Pubblichiamo il primo di una serie di articoli e materiali che rendano
conto degli eventi ma soprattutto del dibattito che essi stanno
provocando negli ambiti della solidarietà internazionale e
nel movimento continentale bolivariano. Segue una recente intervista
realizzata da un giornalista colombiano di Telesur ad uno dei maggiori
rappresentanti delle FARC, Iván Márquez.
Colombia: Stato ed Insorgenza Rivoluzionaria
Ciro Brescia
Un
popolo costretto nell’ignoranza
è cieco artefice della propria autodistruzione.
Simon Bolívar
Ridotti
a questo livello puerile di riflessione, incapaci
di capire quali processi contraddittori, e perché non
dirlo (usiamo una parola demonizzata) dialettici, pas-
sino fra comportamento etico, comportamento giuri-
dico e comportamento politico; desiderosi solo di sottrarci
alla tragicità dell’azione che sempre, anche quan-
do non è violenta, comporta un rapporto di potere, di
subordinazione e di manipolazione, in definitiva un rap-
porto di forza, noi ci consegniamo altrimenti prigio-
nieri ai sofismi infami di chi il potere lo esercita dav-
vero, di chi non fa violenza perché è violenza.
Franco
Fortini
Non
ho paura che mi sorprenda la morte.
Sono un uomo dialettico.
Il giorno che morirò
verranno altri migliori di me
a rimpiazzarmi.
Jaime Pardo Leal1
Le
Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), dal 1982 conosciute
con la sigla FARC-EP, Esercito del Popolo, nascono nel 1964 formate da
48 colombiani, di cui 46 uomini e 2 donne agli ordini di Antonio Pedro
Marín, conosciuto con il nome di battaglia di Manuel Tirofijo
Marulanda Vélez, in onore di un dirigente sindacale
assassinato dal terrorismo di stato colombiano dell’epoca.
Presero le armi per difendere le proprie vite, le proprie famiglie e i
propri beni di fronte all'aggressione militare dello Stato contro la
regione contadina di Marquetalia. In maggioranza questi primi
guerriglieri erano contadini, lavoratori, piccoli proprietari,
unitamente ad alcuni operai, studenti ed intellettuali.2
Presero le armi per garantire
l’autonomia del paese, vale a dire la difesa di elementari
diritti dell'uomo quali quelli alla vita, al lavoro, alla salute, per
difendere la propria casa, per l'educazione dei figli, per la
costruzione delle vie di comunicazione, per i crediti statali a bassi
interessi che permettessero di migliorare le condizioni del lavoro
nelle campagne, per tutto ciò che gli era sempre stato
negato dalle autorità governative.
Decisero così, a partire dal momento in cui vennero
attaccati dalle forze militari del governo, di costituirsi in
un'organizzazione politico-militare, impegnata nella lotta per i
diritti di tutti i colombiani, vittime delle politiche di repressione,
esclusione e abbandono statale proprie del sistema di governo imposto
dai dirigenti dei partiti liberale e conservatore al potere.
Oggi – secondo l’ultimo editoriale
dell’agenzia ANNCOL (Agenzia di Notizie Nuova Colombia)
– l’insorgenza delle FARC-EP si definisce una
organizzazione politico-militare di orientamento marxista-leninista,
conta tra i 15 e i 20 mila membri, 60 fronti, 7 blocchi, reti urbane,3
milizie popolari, una direzione politica conformata nel
Partito Comunista Colombiano Clandestino, conosciuto come PC3, e il Movimiento
Bolivariano come riferimento della cosiddetta
società civile.
Un movimento
insorgente articolato secondo le più diverse forme di lotta
e fortemente connotato al femminile
anche se il
Segretariato
dello Stato Maggiore Centrale è ancora interamente maschile.4
Tutto questo, nonostante i rovesci subiti negli ultimi
mesi: l’assassinio in territorio ecuadoriano con un
bombardamento aereo del facente funzioni diplomatiche
dell’insorgenza
Raúl
Reyes,5
bombardamento in
cui morirono in un sol colpo 25 persone, uomini, donne, colombiani, un
ecuadoregno e quattro studenti messicani de la
UNAM; l’eliminazione da parte di un infiltrato del comandante
Iván
Ríos6;
l’eliminazione del cantautore, sempre in territorio
ecuadoriano,
Julián
Conrado7;
la morte dell’anziano leader storico Marulanda a seguito di
un infarto8.
Ma per comprendere le origini della guerriglia colombiana bisogna
andare più indietro nel tempo, al tempo
dell’assassinio del leader e candidato presidenziale liberale
Jorge Elicier
Gaitán; un avvocato da
tutti conosciuto come difensore
delle cause lavorative dei bananieri, considerato leader di origine
popolare e di tendenza socialista. Dopo questo assassinio, nel 1948 si
scatenò una rivolta popolare e bruciò il centro
di Bogotà, un evento che passerà alla storia con
il nome di Bogotazo. Insurrezioni armate spontanee
si registrarono in tutto il paese. Da allora la Colombia è
il paese con il numero di eliminazioni fisiche di sindacalisti,
dirigenti antifascisti, comunisti e oppositori in generale
più elevato al mondo. Torture ed
assassinii realizzati per terrorizzare
il popolo, anche squartando corpi con le motoseghe da parte di
paramilitari al servizio del governo e dello Stato.
La politica cosiddetta di
seguridad democratica dell’attuale presidente
Álvaro
Uribe Vélez, ha prodotto il fenomeno
dei cosiddetti desplazados,
ovvero qualcosa come 4 milioni di persone, principalmente contadini,
costretti dallo stato ad abbandonare le proprie case e le proprie
terre. Interi paesi smobilitati, la più grande emergenza
umanitaria dell’Americalatina secondo i dati delle
organizzazioni internazionali e tra le più gravi al mondo.
Tutto questo per obbedire alla strategia preventiva di
controrivoluzione che risponde al principio del “togliere
l’acqua al pesce”; solo con l’appoggio
della popolazione contadina può esistere e diffondersi la
guerra di resistenza, quindi il governo Uribe ha pensato bene di
colpire ulteriormente il popolo delle campagne nel tentativo di
combattere l’insorgenza armata. Il programma politico
bolivariano insorgente continua invece a basarsi sulla rivendicazione
del diritto alla casa, alla pace, al lavoro, al pane, alla terra, alla
sanità, all’istruzione per tutto il popolo, il
programma fondamentale per il rispetto dei diritti umani nel quadro
dell’unità bolivariana
dell’Americalatina, la Patria
Grande
ed il Socialismo.
Nel 1984,
l’insorgenza fariana contava su 27 fronti, dunque meno della
metà di quelli sui quali può contare oggi, quando
iniziarono i colloqui di pace in un quadro di tregua, successivamente
le riforme politiche e sociali (riforma agraria, urbana,
dell’educazione ed altre ancora) previste dagli accordi
stipulati con i gruppi insorgenti non si materializzarono mai. Venne
solamente approvata quella che prevedeva l’elezione popolare
dei sindaci, frutto dell’interesse delle oligarchie
bipartitiche di strumentalizzare a qualunque costo tale potenziale di
voti a favore dei loro feudi elettorali9.
Tutti coloro che hanno abbandonato le armi anche, delle altre
organizzazioni guerrigliere (M-19, parte del ELN, Autodifesa Operaia,
EPL), come ha
sottolineato Fidel Castro in una delle sue
più recenti Reflexiones, non sono
sopravvissuti alla ‘pace’: tra coloro che avevano
aderito alla formazione politica elettorale dell’Unione
Patriottica si calcola che siano stati 5.000 i leaders e militanti
politici e sociali eliminati, (tra questi quattro erano candidati alla
presidenza della repubblica), e molti altri sono i desaparecidos10.
Oggi, 68 congressisti (gli italici “onorevoli”)
sono sotto inchiesta per legami con i paramilitari, 32 sono in galera
per vincoli con le forze paramilitari, il cugino del presidente Uribe
tra questi; la corruzione e la concussione sono le basi marce quanto
radicate del sistema colombiano, la magistratura ed i giudici devono
andare con i piedi di piombo se vogliono mettere in salvo la pelle.
Intanto il governo, preoccupato per il fermento nel mondo
universitario, fa promulgare una nuova legge che concede la
possibilità alla polizia di fare irruzione nelle
università a caccia di ‘terroristi’
senza chiedere permesso11.
Una vecchia nota della CIA qualifica Uribe come il nr.82 in una lista
di narcotrafficanti12;suo
padre era un
prestanome del narcotrafficante Pablo Escobar. Lui ha frequentato le
scuole più prestigiose ed elitarie del mondo, particolare
che condivide con l’altra “stella del
momento”, la figlia della buona borghesia franco-colombiana
Ingrid Betancourt. Intanto i paramilitari dalla Colombia si infiltrano
clandestinamente in Venezuela per sabotare il processo rivoluzionario
bolivariano13 guidato
dal Comandante
Chávez14.
La Colombia è piena di ‘consiglieri’
militari e di intelligence, provenienti dagli Usa e da Israele, il Plan
Colombia ha impegnato ingenti risorse finanziarie in armamenti, intanto
i bambini nelle campagne muoiono di fame15.
Esiste un unico quotidiano nazionale ‘degno’ di
questo nome, El Tiempo, che appartiene alla
famiglia Santos, uno dei cui membri è il ministro
‘della guerra’ Juan Manuel Santos, braccio destro
di Uribe. Il bombardamento terroristico dei media è
spaventoso e conseguentemente la mobilitazione reazionaria di massa,
soprattutto urbana, ha spesso gioco facile Guillermo Riva, leader
sindacale e militante del Partito Comunista Colombiano, è
stato ritrovato privo di vita dopo essere stato dichiarato desaparecido
dalla sua famiglia16,
questa la notizia
più recente. Sono centinaia i leader sindacali e politici e
i giornalisti assassinati sotto il governo di Uribe. Ammesso che ce ne
fosse ancora bisogno, questa è l’ennesima
dimostrazione della natura fascista dello stato colombiano, che spinge
molti all’autodifesa armata e alla montagna. Alcuni dicono
che la Colombia rischia di convertirsi nell’Israele
dell’America Latina, forse lo è già,
altri sarcasticamente la chiamano Locombia, il
paese della follia; più banalmente è il paese
dove la guerra di classe scatenata dalla borghesia imperialista
usamericana ha trovato il suo setting in
quest’area geopolitica.
In questo quadro si
inserisce una serie fitta di episodi relativi alla ancora poco chiara
liberazione dei quindici detenuti dalla guerriglia, lo scorso 3 luglio.
Le FARC-EP, nel comunicato relativo alla vicenda che pubblichiamo di
seguito, hanno dichiarato che si è trattato di una fuga17. Tra i quindici
‘liberati’ c’era la stella mediatica del
momento Ingrid Betancourt, definita dalla sua stessa compagna di
prigionia Clara Rojas - nonché in tandem con lei quando si
candidò alla presidenza della Colombia - «una
donna dalle inquietanti tendenze teatrali»18.
Poche settimane prima
Chávez aveva rilasciato alcune
dichiarazioni
che avevano sollevato non poche perplessità tra i
più attenti alla politica venezuelana e alle vicende del
Latinoamerica. La richiesta alle forze fariane di liberare tutti i
prigionieri senza chiedere nulla in cambio, quindi senza chiedere la
liberazione dei circa 500 prigionieri ostaggi del regime uribista, ma
soprattutto l’affermazione secondo cui la guerriglia
è una modalità di lotta
passata alla storia19,
sono apparse come prese di posizione a sorpresa, dopo che il presidente
venezuelano aveva riconosciuto la guerriglia come forza belligerante
con un progetto politico bolivariano di tutto rispetto. Le affermazioni
di Chávez hanno sollevato molte
curiosità e un
certo disappunto nella sinistra rivoluzionaria e in chi conosce
l’endemico scenario colombiano, oltre ad essere state
immediatamente strumentalizzate dai media mainstream
mondiali; tuttavia, non è sembrato che esse abbiano
scomposto particolarmente né il movimento bolivariano,
né i dirigenti del Segretariato dello Stato Maggiore
Centrale delle FARC20.
Un aspetto che deve essere evidenziato per comprendere la strategia
fariana è che il nuovo Comandante en Jefe non a caso
è Alfonso Cano, uno dei massimi ideologi storici
dell’organizzazione. Cano è responsabile del Movimiento
Bolivariano por
la Nueva Colombia,
il progetto politico del PC3 che cura le relazioni con gli organismi di
massa, e questo indica certamente una maggiore attenzione verso lo
sviluppo di questa area di lavoro politico21.
Per quanto la
disinformazione di regime voglia far passare come ormai in agonia
l’organizzazione, i dati statistici lasciano chiaramente
intendere che le FARC-EP non possono essere più derubricate
dall’agenda politica internazionale; tutti gli sforzi dei
media borghesi, colombiani e globali, per denigrare la lotta insorgente
colombiana, sono indicativi del fatto che non possono più
fare a meno di parlarne e il loro costante terrore che la guerriglia
possa conquistare simpatizzanti li spinge a mentire e a deformare
sempre più scientificamente la realtà, facendo di
tutto per distrarre l’opinione pubblica dai problemi che
Uribe ha con la giustizia22.
L’11 luglio si è tenuta a Caracas un incontro tra
il Presidente venezuelano e Uribe, nel tentativo da parte di
Chávez di allentare la
tensione che si andava acuendo tra
i due paesi, anche in relazione alle costanti infiltrazioni dei
paramilitari colombiani in territorio venezuelano. Probabilmente un
modo per Chávez di riprendere fiato23.
Per altro verso, queste vicende hanno avuto l’effetto
positivo di aprire un dibattito serrato tra le fila della sinistra
rivoluzionaria internazionale, in un dibattito tutt’ora in
corso, in cui sono intervenuti, con diversi accenti, tra i
più notevoli: il leader della guerriglia guatemalteca
dell’epoca
Miguel
Ángel Sandoval24, il noto militante e professore di Berkley James
Petras25,
la scrittrice cubana
Celia Hart26,
lo stesso Fidel Castro27,
il gallese Alan Woods28,
i venezuelani
Vladimir Acosta29 e
Luís Britto García30, la
leader delle madri di Plaza de Mayo argentine Hebe de Bonafini31,
il dirigente dominicano della Coordinadora Continental Bolivariana, il
caamañista Narciso Isa Conde32.
Se si può affermare senza grossi margini di errore che
l’informazione a livello internazionale non è mai
stata così terroristicamente manipolatrice, perversa nelle
forme e nei contenuti, disinformante nella sostanza della
realtà, una vera e propria arma di distrazione di massa o idiotización,
è anche vero che in Colombia questa triste realtà
trova uno dei suoi laboratori più avanzati33.
In conclusione, dunque, sarebbe davvero il caso che i sinceri
democratici cui un tempo si faceva giustamente appello, si
mobilitassero per denunciare la sfacciata essenza menzognera,
terroristica, impunita, mafiosa, paramilitare, criminale e genocida del
presente governo colombiano e dell’attuale indegna
organizzazione statale.
Napoli, 20 luglio 2008
[1 agosto 2008]
1. Candidato della UP alla presidenza delle Repubblica di Colombia, assassinato l’11 ottobre 1987 in Cundinamarca
2. Siamo Esercito del Popolo!, www.mondofariano.org/nuestrahistoria/esercito_popolo.htm
3. Las redes urbanas, www.youtube.com/watch?v=HRkfIT8eSdI
4. El francotirador, www.aporrea.org/internacionales/a60482.html, Guerrillera, www.youtube.com/watch?v=Ew8QRRZttfE
5. Reyes en Febrero 2008, www.youtube.com/watch?v=twgfnOV9W7s
6. Discurso del Comandante Iván Ríos en Villa Nueva Colombia, www.youtube.com/watch?v=nwQ4jEMdhhA
7. Julián Conrado, www.youtube.com/watch?v=S-unStE2NB0, www.youtube.com/watch?v=KEUwq8i9PtM,
8. Muerte de Manuel Marulanda, www.youtube.com/watch?v=Swj9WBe8MME
9. La tregua del 1984, www.mondofariano.org/nuestrahistoria/tregua_1984.htm
10. Rapporto sulla tortura in Colombia, http://mirumir.altervista.org/2008/07/rapporto-sulla-tortura-in-colombia.html
11. Univesidad Nacional de Colombia, www.youtube.com/watch?v=4C4Evn51z0s, protesta estudiantil universidad nacional, www.youtube.com/watch?v=Y564Imgq2xQ&NR=1
12. Álvaro Uribe Vélez clasificado como narcos, www.redportiamerica.com/alvaro_uribe_fue_clasificado.html
13. Paramilitares avanzan en Venezuela, www.redportiamerica.com/paramilitares_avanzan.html
14. Chávez y Azzellini sobre paramilitarismo, http://es.youtube.com/watch?v=ZmAkRyZ-Y2s, Darío Azzellini: "El Paramilitarismo supuestamente desmovilizado en Colombia se encuentra en Venezuela", www.aporrea.org/actualidad/n108669.html
15. Mueren de hambre niños colombianos, www.redportiamerica.com/mueren_de_hambre.html
16. Confirman asesinato de líder sindical, www.redportiamerica.com/confirman_asesinato.html
17. Lettera aperta a Daniel Ortega, http://napoli.indymedia.org/node/4859, Sulla fuga dei 15 prigionieri di guerra, http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o12351
18. Clara Rojas agradace a las FARC, y ataca a Ingrid Betancourt, http://www.youtube.com/watch?v=1hhmmd79SGY
19. Chávez"FARC son insurgentes, no terroristas", http://it.youtube.com/watch?v=V64IiB2Kbc4, Chávez pide sacar de lista de terroristas a Farc, http://it.youtube.com/watch?v=beQLz3aLIQE, Sandoval/ Chávez, www.lapatriagrande.net/04_opiniones/Miguel%20Angel%20Sandoval/con_todo_el_respecto.htm
20. A través de una misiva, FARC-EP reafirman sus luchas, www.aporrea.org/imprime/n117233.html, Alfonso Cano: ''Continuamos luchando por cumplir con los planes aprobados'', www.aporrea.org/imprime/n117107.html, Qué dijo y qué no dijo Chávez, http://www.aporrea.org/tiburon/a58774.html
21. Cano y la lucha guerrillera, www.youtube.com/watch?v=KNi6drAcSLs, Alfonso Cano neo leader delle Farc e il dialogo, www.peacereporter.net/default_news.php?idn=52485
22. Alvaro Uribe Narco Paramilitar. Su Pasado y Presente, www.youtube.com/watch?v=ivMVsgN14z8
23. (VIDEO) Chávez: "Uribe, ponga en su sitio a su ministro de Defensa", www.aporrea.org/tiburon/n116938.html
24. Con todo respecto, Presidente Chávez, www.lapatriagrande.net/04_opiniones/Miguel%20Angel%20Sandoval/con_todo_el_respecto.htm
25. James Petras website, http://petras.lahaine.org/
26. Las FARC, hoy más que nunca, www.aporrea.org/internacionales/a60681.html
27. Castro sugiere liberar a todos los rehenes pero que no depongan las armas, www.aporrea.org/imprime/n116548.html
28. Alan Woods Venezuela Contra Golpe, www.youtube.com/watch?v=AYsRFlrr8Js
29. Entrevista a Valdimir Acosta, http://dailymotion.alice.it/video/x4r3fa_entrevista-a-vladimir-acosta-i_news
30. Venezuela no interfiere en política interna colombiana, http://www.aporrea.org/imprime/n107871.html
31. de Bonafini, www.youtube.com/watch?v=aTzJJ-1oqds, http://kabawil.splinder.com/post/15596719,
32. Colombia al revés, www.aporrea.org/internacionales/a60314.html
33. Ningun gobierno es eterno, www.youtube.com/watch?v=SJEgMHdAeSA, Emir Sader: Los medios de comunicación ejercen un "totalitarismo brutal", www.redportiamerica.com/emir_sader_los_medios.html
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