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Ritratti russi di Letteratura in Rete
Alessandra Elisa Visinoni
Nel
1960, quando è stata concepita l’intelligenza artificiale, credevano si
trattasse di una macchina pensante. Ma si è scoperto che l’intelligenza
artificiale è una macchina che collega persone pensanti, il che offre risultati
qualitativamente diversi.
R. Lejbov
Introduzione
1993: il World Wide Web diventa accessibile a chiunque abbia un terminale
connesso in Rete.
1997: prende corpo il segmento russo della rete globale dedicato alla
letteratura ovvero RuLiNet (“Russkaja Literatura v Internete”: “Letteratura
russa in Internet”). Attualmente RuLiNet rappresenta l’aspetto più
significativo, anche dal punto di vista quantitativo, del dominio “.ru”.
Sebbene non manchino «pionieri», come Roman Lejbov, a cui si riconosce il
merito di aver aperto la strada, la peculiarità della Seteratura ( lett.
“Letteratura della Rete”) è il suo configurarsi, più che in ogni altra zona del
globo, come il frutto di una sperimentazione collettiva e programmatica.
Tra le righe dei manifesti «seterari» si legge un’orgogliosa consapevolezza dei
propri mezzi e dell’importanza del ruolo che la Seteratura è destinata a
ricoprire nell’ambito culturale russo.
Una consapevolezza che rimanda, per certi versi, alla dolorosa, ma feconda,
esperienza del Samizdat, del quale la Seteratura, vedremo, condivide le
modalità.
In questo articolo vorremmo delineare i tratti fondamentali del fenomeno della
letteratura russa1 in Rete attraverso due tra le espressioni, a
nostro avviso, più significative di questa nuova corrente: l’eclettismo di Roman
Lejbov e la comunità di siti letterari Setevaja Slovesnost’, che dal 1997 si
propone come «laboratorio di creatività verbale in un ambiente elettronico»2.
Roman Lejbov: i primi passi della Seteratura
Primi anni Novanta: la Federazione Russa accede al World Wide Web attraverso la
linea che dalla Finlandia passa per l’Estonia. A Tartu, sede della storica
università di Jurij Lotman, un giovane ricercatore, Roman Lejbov, intuisce le
potenzialità della rivoluzione telematica e, quasi per gioco, dà vita a quello
che a tutt’oggi è considerato l’evento più significativo della rete letteraria
russa, ovvero Roman, “Romanzo”3.
Si tratta di un «esperimento di scrittura collettiva di prosa non lineare»
ampliato nel corso di due anni, tra il 1995 e il 1997, insieme allo sviluppatore
Dmitrij Manin. Il meccanismo è semplice ma accattivante, chiunque abbia velleità
di scrittore può parteciparvi. Si tratta, in sostanza, di sviluppare la trama
abbozzata dallo stesso Lejbov: un tale Roman, imbucando di nascosto una lettera
d’amore nella casella postale dell’amata la scopre sulle scale intenda ad
amoreggiare con un altro uomo. Rispettando l’unica regola, che impone di non
uccidere i protagonisti, oltre cinquanta autori hanno contribuito a scrivere le
duecentocinquantadue pagine web dell’ipertesto (tutt’ora accessibile agli
internauti), realizzando numerose linee di intreccio variamente incrociate
(Caramitti, 2010, p. 314).
Il riscontro è tale che, solo un anno dopo la conclusione di Roman, Lejbov e
Manin preparano il terreno per un nuovo progetto, tutt’ora in evoluzione:
facendo leva sulla grande passione dei lettori russi per la poesia haiku gettano
i semi nel Sad raschodjajuščichcja chokku4 (lett. “Il giardino degli hokku che
si diramano”), dando vita ad un albero infinito i cui rami si sviluppano grazie
all’inserimento di hokku che inglobano il verso iniziale o finale dell’ultimo
della serie.
Ma l’avventura è appena cominciata.
Maj Ivanič Muchin e l’alfabetizzazione informatica
Negli anni Roman Lejbov continuerà ad essere un punto di riferimento importante per l’universo della letteratura in Rete. In veste di docente presso l’università di Tartu è, infatti, tra i primi a sdoganare la Seteratura come argomento di interesse accademico, tenendo moduli di insegnamento veri e propri nonché conferenze in diverse città dell’ex Unione Sovietica. È, inoltre, responsabile di progetti ipertestuali di varia natura quali, tra gli altri, la versione russa di Live Journal, (“Živoj Žurnal”) e il gigantesco archivio informatico Ruthenia.ru. Nondimeno è stata la sua creatività a renderlo, in un certo senso, il simbolo del movimento. Proseguendo le sue sperimentazioni, nel 1995 diventa “segretario personale” del rispettabile Maj Ivanič Muchin «primo ed ultimo pensionato del World Wide Web»5, originale e bizzarro opinionista che rilascia la sua prima intervista il 6 ottobre 1995. La genesi della figura di Muchin è curiosa. Roman Lejbov, ammettendo di esserne il creatore, in un’intervista del 1998 racconta:
Nel 1986, ero in piedi vicino a una finestra in un ostello e, mentre stavo
fumando con Arkaša Grimbaum, sopraggiunse Kirill Žukov, che commerciava mobili.
Improvvisamente, Arkaša disse: “Sai, ci sono vari generi di pensionati. Alcuni
portano vecchie camicie divertenti e cappelli speciali pieno di buchi”. Rimasi
in silenzio. “Allora diciamo, per esempio, che un tale pensionato vive qui a
Tartu”, dice Arkaša. E a quel punto Žukov ha detto: “Sì, e il suo nome dovrebbe
essere Muchin”. Io rimasi in silenzio: “Esatto, e il suo nome è Maj Ivanyč”.
Bene, da allora, e per lungo tempo, Muchin ha vissuto la sua vita intensamente6.
Muchin, dunque, è un altro prodotto di un gioco spontaneo di fantasia, il frutto
della fervida immaginazione di Lejbov. Come, spiega Evgenyj Gornyj, la figura
del pensionato «nato a Vjatka nel 1917», tre giorni prima di «quei tristi eventi
che scossero il mondo» e sopravvissuto per assistere ad «un’altra rivoluzione,
quella dei computer» non è solo sorprendente ma estremamente realistica. In una
fase storica in cui Internet è visto ancora come qualcosa di «esotico», l’idea
di un pensionato geek ha grossa presa sul pubblico. La giornalista Mirza Babaev
della rivista estone in lingua russa Den’ za Dnem (“Giorno dopo giorno”)
contatta via e-mail il pensionato e subito viene invitata a casa Muchin, un
appartamento da lei descritto minuziosamente: compaiono fotografie e certificati
d’onore appesi alle pareti, raccolte di classici sugli scaffali. Maj Ivanič è
piuttosto loquace, racconta la storia della propria vita includendo molti
dettagli coloriti che attirano l’attenzione e le simpatie dei lettori. Inoltre
si preoccupa di spiegare loro la terminologia basilare di Internet e mostra come
scrivere un ipertesto e come inserire al suo interno immagini e link. Inutile
dire che l’intervista è un vero successo tanto da venire ripubblicata su varie
testate russe e tradotta in estone. La risonanza è tale che persino l’allora
Presidente dell’Estonia, Lennart Meri, in un suo discorso pubblico, allude,
senza però nominarlo, al pensionato estone per incitare ad una maggiore
diffusione dei mezzi informatici. La seconda intervista, sempre della Babaev,
viene svolta interamente via e-mail, (primo caso nella storia del giornalismo in
lingua russa), attraverso la quale Muchin fa pervenire una sua foto in compagnia
di Breznev e Broz Tito, corredata dal ricordo delle circostanze in cui è stata
scattata.
La plausibilità dell’immagine di Muchin è rafforzata dal suo stile inimitabile
ma, soprattutto, dalla sua vivace presenza nel Web. Nel 1997, anno di nascita
della Seteratura, Muchin crea la sua home page, dove si preoccupa di consigliare
i principianti sull’uso della posta elettronica e scrive versi prendendo spunto
dal gioco on line Bout Rimes. Parallelamente, Muchin continua con i suoi
divertenti tentativi di russificazione della terminologia della Rete: ad
esempio, traduce World Wide Web come Povsemestno Protjanutaja Pautina
(letteralmente, “Rete estesa ovunque”) e interfaccia come meždumordie
(letteralmente, ‘intergrugno’).
Muchin gode di grande affetto e rispetto da parte degli internauti. Nel 1998
viene eletto addirittura presidente e presidente onorario del concorso
letterario Tenëta. Difficile sospettare che Maj Muchin e la stessa Mirza Babaev
siano invenzioni, “personalità virtuali” create da Lejbov. Molti utenti credono
fermamente nella loro esistenza, mentre chi è a conoscenza del trucco gioca a
trattarli come personaggi reali.
L’entusiasmo con cui il popolo di RuLiNet ha dato il benvenuto a Maj Ivanič, e a
progetti analoghi, testimonia che i tempi sono maturi: la letteratura russa si
sta aprendo a nuove possibilità, fino ad ora inconcepibili. O forse no?
Probabilmente si tratta solo di riannodare i fili di una trama interrotta.
Seteratura e samizdat
Nel corso una lezione tenuta presso l’università di Kiev il 3 febbraio 2010, a
proposito della sua esperienza come autore seterario Roman Lejbov, ormai
divenuto professore nell’università che lo ha visto allievo di Jurij Michajlovič
Lotman, ricorda le parole del maestro: «L’informazione è sempre un fattore
positivo, l’entropia è sempre un fattore negativo»7.
Chissà come il geniale semiologo di Tartu avrebbe commentato quella
proliferazione e condivisione infinita di informazioni, testi, immagini, suoni
che è il Web «2.0»8. In questo universo entropico e in continua espansione
esiste, tuttavia, una realtà particolare, un «Caos organizzato»9: la
letteratura in Rete.
Come spiega Aleksej Andreev, nel primo autentico Manifesto “seterario”
pubblicato sul sito di Setevaja Slovesnost’ (sito del quale avremo modo di
approfondire nei paragrafi successivi), questo «Caos organizzato» è il sistema
in grado di sopravvivere alle inevitabili aporie connesse alla rivoluzione
telematica:
un sistema instabile viene annientato dalla sua stessa instabilità, mentre un
sistema “cristallizzato” nelle proprie regole non ha possibilità di sopravvivere
ai cambiamenti10.
Nella storia della letteratura russa, per non dire mondiale, solo un altro
fenomeno ha mostrato di possedere analoghe caratteristiche: il sopracitato
Samizdat. Nato come fenomeno spontaneo e irregolare e trasformatosi in pochi
anni, in un vero e proprio canale di distribuzione alternativo, la pratica
dell’«edizione in proprio» costituisce il nucleo centrale e cruciale della
resistenza della letteratura russa, la sua fiera reazione agli indirizzi
socio-culturali dominanti, che tendono a emarginarla o ignorarla. La necessità
impone una nuova forma di consapevolezza nel lettore: egli non è più fruitore
passivo dei prodotti imposti dalla casa editrice, la quale non è altro che uno
strumento nelle mani regime, ma ricopre un ruolo attivo e non privo di rischi al
pari di quello dell’autore. Egli è complice, editore, coautore: trascrive
l’opera, la diffonde e non è raro che finisca per integrare il testo originale
con le proprie impressioni, correzioni, suggestioni. In definitiva, un libro
affidato al Samizdat non può mai dirsi finito. Non soltanto perché diventa
un’opera collettiva, ma perché il suo stesso autore originario ne torna, prima o
poi, in possesso ed è obbligato a confrontarsi con le emozioni e i pareri che il
proprio lavoro (e le successive evoluzioni) ha suscitato nei lettori.
Un destino analogo attenderebbe gli autori contemporanei, costretti a misurarsi
con un nemico più ostico persino del vecchio regime sovietico: la logica di
mercato. A questi la Rete offre, invece, indipendenza e libertà di espressione:
ci si affranca totalmente dalle organizzazioni che impongono i loro standard di
profitto e grazie all’anonimato si può esprimere la propria personalità senza
inibizioni:
La Rete è
Possibilità di pubblicarsi liberamente senza essere in balìa degli aspetti più
grami del mondo materiale come costi di pubblicazione e distribuzione,
dipendenza dagli intenti e dalle ideologie professati. Ma, soprattutto, l’autore
può restare nel più assoluto anonimato: questo gli permette di svelare le varie
sfaccettature del proprio talento, spesso soffocato nella vita reale da
condizionamenti psicologici, ruoli predeterminati e situazioni standardizzate11.
Parallelamente, i lettori-internauti, tornano a ricoprire un ruolo di primo
piano nella vita dei testi proposti:
La Rete è
un’opportunità, per i lettori, di valutare il “testo puro” a prescindere dal
nome dell’autore e dai suoi attributi non letterari (età, sesso, nazionalità,
status sociale)12.
Pubblicando sul Web l’autore può ottenere commenti immediatamente successivi
alla pubblicazione, numerosi e variegati, in quanto postati da persone di tutte
le età e professioni, e, soprattutto, sinceri: gli internauti, infatti, non
devono nulla all’autore, e per di più, non avendo l’imbarazzo di incontrarlo
faccia a faccia, possono esprimersi liberamente13. Grazie a tali modalità,
viene a ricomporsi una comunità letteraria compatta e totalmente indipendente
dal mondo editoriale piuttosto che dall’industria dell’intrattenimento,
ulteriormente rafforzata, in confronto alla realtà più limitata del Samizdat,
dal suo essere internazionale:
La peculiarità di questo
feedback è
l’internazionalità. In Rete è possibile vedere la propria opera da punti di
vista assolutamente originali, entrare in contatto con altri stili e forme
poetiche prima d’ora sconosciuti14.
Una comunità letteraria attiva
Tradizionalmente la letteratura ha ricoperto un ruolo inusualmente importante
nella società russa. In condizioni di leggi autoritarie e di istituzioni civili
deboli, nella formazione dell’opinione pubblica gli scrittori hanno avuto un
ruolo predominante. In Russia la letteratura ha assunto molti ruoli che in
Occidente sono stati svolti dalla Chiesa, dal parlamento, dalle corti, dai
media. Una delle conseguenze di questa situazione è l’attribuzione di un grande
significato alla parola scritta e la concomitante denigrazione della parola
detta. Questa tendenza si è manifestata anche con la Rete russa (Gornij, 2007,
p. 157-158).
Le parole di Evgenij Gornyj chiariscono le ragioni dell’entusiasmo con cui il
popolo dei lettori russi ha accolto iniziative come il sito Setevaja
Slovesnost’, di cui lo stesso Gornyj è uno dei principali fondatori. Il titolo
altisonante (non semplicemente “letteratura”, bensì “le Lettere” della Rete)
tradisce una certa ambizione: Slovesnost’ vuole essere molto più di una semplice
rivista, «un punto di pubblicazione nel continuum della creatività individuale e
collettiva», caratterizzato da una configurazione naturale di testi, autori,
generi, motivi. Un autentico laboratorio di sperimentazione verbale e creativa
nella costruzione di ipertesti e prodotti multimediali, che, fin dagli esordi,
ha sviluppato addirittura un proprio filone di riflessione teorica, la
cosiddetta «Teorija Seteratury» (“Teoria della Seteratura”). Una disciplina,
vale la pena di sottolinearlo, che gli stessi lettori-internauti hanno
contribuito attivamente a edificare attraverso il cosiddetto «Dibattito sulla
Seteratura», un esempio di riflessione letteraria collettiva unico nel suo
genere.
Il 29 novembre 1997, data del suo inizio, è da considerarsi il “Big Bang” della
Seteratura, il momento in cui tutto ha avuto inizi. La discussione viene
promossa sull’onda dell’euforia per il primo concorso letterario multimediale e
interattivo Art-Tenët-97 (concorso rinnovato ogni anno con un numero crescente
di aspiranti) dagli stessi internauti russi, che hanno partecipato alle
votazioni e hanno commentato attentamente le opere in gara. Vengono individuati
temi e prospettive che vale la pena di approfondire in un fruttuoso scambio di
opinioni tra letterati di professione, principanti e semplici lettori durato
mesi. Ancora oggi, su Slovenost’, è possibile consultare le trentasette pagine
di archivio a testimonianza della vivacità del confronto15. Inutile
specificare che tra i commentatori compaiono nomi storici della Seteratura
quali, naturalmente, i citati Manin, Lejbov e Gornyj. Quest’ultimo è promotore,
fra l’altro, della monumentale Russkaja Virtual’naja Biblioteka16 (la “Biblioteca
virtuale russa”) ambizioso progetto di messa on line di tutto il patrimonio
letterario nazionale, dalla letteratura antico-russa ai giorni nostri, che
rispecchia la volontà di sancire l’armonia tra innovazione e tradizione.
Una galassia in continua espansione
La felice realtà di Setevaja Slovesnost’ si è consolidata negli anni e sono
sorte analoghe comunità di siti letterari tra le quali ricordiamo Vavilon.ru,
Stichi.ru e Prosa.ru, (le ultime due riservate rispettivamente agli aspiranti
poeti e scrittori). Vale la pena di segnalare anche Seteratura.narod.ru e
Točka
zrenija, le cui pagine offrono agli esordienti consigli pratici per lo sviluppo
delle loro qualità di scrittori e aggiornamenti in tempo reale sulle ultime
novità del mondo seterario. Di fronte al fiorire esponenziale di iniziative on
line, i “vecchi” giornali, sono stati costretti, pena l’impopolarità a dedicare
uno spazio sempre più ampio ai blog e a promuovere concorsi per giovani talenti
che non di rado diventano collaboratori fissi delle riviste stesse. È il caso di
mk.ru che si propone come intermediario autorevole tra scrittori ed ambiente
editoriale. Tanto interesse difficilmente può non essere interpretato come una
presa di posizione da parte di quest’ultimo rispetto ad una realtà creativa e in
continuo fermento, che piace soprattutto al pubblico giovane perché interattiva,
diversa e, soprattutto, accessibile.
Setevaja Slovesnost’ rimane, comunque, il principale modello di riferimento
della galassia seteria. Nell’arco di quindici anni sono stati intrapresi
percorsi creativi di ogni genere: dalla lineare creazione di opere, per così
dire, tradizionali (poesia, narrativa) organizzata in sezioni autonome ove il
lettore trova recensioni, lascia commenti e posta i propri contributi come in
Kolonka čitatelja17 (la “Colonna del lettore”), a visionari esperimenti di
fusione di testo, suoni e grafica (la cosiddetta Kibertura, ovvero
“cyberletteratura”).
Esperienze che attraversano lo schermo e vanno incontro fisicamente al pubblico
in occasione di vere e proprie esposizioni, come l’annuale mostra di poesia
virtuale Platforma18 (“Piattaforma”), organizzata per diversi
anni in varie città della Federazione Russa. Platforma è solo una delle decine
di manifestazioni e concorsi patrocinati da Slovesnost’, la cui giuria è
composta, naturalmente, da internauti che postano il proprio verdetto sui siti
dedicati. Sul sito madre, inoltre, esiste una sezione Literaturnye chroniki19 (“Cronache
letterarie”) finalizzata a dare visibilità alle iniziative ma, soprattutto, a
riflettere sulla loro riuscita.
Altrettanto significativa è la fondazione di riviste tematiche come quella
dedicata alla passione esotica dei russi, ovvero la citata poesia haiku,
Antologija russkich Xajku i trëchstišij20, (“Antologia
degli hajku russi e delle terzine”), piuttosto che il settimanale Devotion21,
il quale attraverso la particolare impostazione grafica del sito, ispirato ad
una pagina di quaderno ad anelli, mira a creare una continuità tra la carta e i
pixel. Kartinki v pautinke22 (“Immagini nella ragnatela”) è, invece, dedicato alle filastrocche
illustrate per bambini.
Parallelamente ci si impegna anche alla traduzione da e in russo di opere
seterarie o di grandi classici della letteratura mondiale, corredate da un
solido apparato critico. Determinati, infatti, a dimostrare che la qualità della
pubblicazione in Rete non è da meno di quella cartacea, i teorici della
Seteratura proseguono nello sviluppo della loro nuova disciplina umanistica
coniugandola con temi e modelli della critica tradizionale.
Tradisce un certo orgoglio la pagina Knižnaja polka23 (“Scaffale
letterario”): rassegna delle opere seterarie “assurte all’olimpo” della
pubblicazione cartacea, prova tangibile della resa del mercato editoriale.
Se questi fermenti letterari ci porteranno nuovi capolavori, forse, è ancora
presto per dirlo. Tuttavia, come nota Mario Caramitti, «la foresta virtuale è
così fitta che verrebbe da giurare sui suoi frutti occulti» (Caramitti, 2010, p.
314).
Bibliografia
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Sitografia
Siti generali:
Freewriters.ru, http://freewriters.ru/tag/Seteratura/
Horde.kz, http://authors.horde.kz/133.html
Izba čital’na, http://www.chitalnya.ru
Knigozavr, http://knigozavr.ru
Live Journal, http://nreber.livejournal.com/7101.html
Planeta pisatelja, http://www.wplanet.ru/index.php?show=news&id=97&dep=2
Seteratura et cetera, http://ceteratura.ru/tag/Seteratura
Seteratura.narod.ru, http://Seteratura.narod.ru/
Točka zrenija, http://lito.ru/
Su Setevaja Slovesnost’:
Setevaja Slovesnost’, http://www.netslova.ru
“Discussione sulla Seteratura 1997-1998”:
http://www.netslova.ru/teoriya/discus.html
“Giubileo di Setevaja Slovesnost’” http://www.netslova.ru/5let/texty.html
Siti analoghi a Setevaja Slovesnost’:
Mk.ru, http://www.mk.ru/Seteratura/
Proza.ru, http://proza.ru/
Seter@tura, http://Seteratura.com/
Vavilon, http://www.vavilon.ru
Siti dedicati ai poeti in rete:
Moonparnasse.ru, http://moonparnasse.ru/
Poezija.ru, http://poezia.ru/
Stichi.ru, http://stihi.ru
Pagine dedicate agli Hokku russi:
http://www.zhurnal.ru/slova/hokku/
http://hokku.netslova.ru/
http://moonparnasse.ru/likbez/hokku.php
Sito di Sad raschodjajuščichcja chokku:
<www.hokku.netslova.ru>
Sito di Roman:
http://www.cs.ut.ee/~roman_l/hyperfiction/htroman.html
Commenti a Roman:
http://www.zhurnal.ru/staff/gorny/texts/roman_comments.html
http://www.russ.ru/ssylka/current.htm
Pagine dedicate Maj Muchin:
http://ezhe.ru/fri/139/
http://www.netslova.ru/mirza/muxin2.htm
http://www.cs.ut.ee/~roman_l/muxin.html
http://www.gif.ru/people/muhin/city_730/fah_741/
http://www.zhurnal.ru/muxi/
Archivi letterari:
Lib.ru, http://az.lib.ru
Russkaja Virtual’naja Biblioteka: http://www.rvb.ru
Fundamental’naja Elektronnaja Biblioteka, http://feb-web.ru/.
Note
1.
Tutte le citazioni sono state tradotte dall’autrice del presente articolo.
2.
Vedere Setevaja Slovesnost’, O proekte:
<www.netslova.ru/common/slova_about.htm>.
3.
Sito di Roman: <www.cs.ut.ee/~roman_l/hyperfiction/htroman.html>.
4. Sito di Sad raschodjajuščichcja chokku:
<www.hokku.netslova.ru>.
5.
A questo proposito vedere Eugene Gorny. “The virtual persona as a creative genre
on the Russian Internet”. Schmidt, H., Teubener, К., Konradova, N. (Eds.).
Control + Shift. Public and Private Usages of the Russian Internet. Norderstedt:
Books on Demand, p. 156-176.
6. A questo proposito vedere N., А. Б. (1998). Гуманитарное Измерение (беседа с
Романом Лейбовым и Кубом). Internet, 7, <www.gagin.ru/internet/7/6.html>.
7. A questo proposito rimando alla trascrizione della conferenza tenuta presso
l’università di Kiev in data 3 febbraio 2010 che compare sul sito Polit. Ua :
<www.polit.ru/article/2010/02/18/leibov>.
8. Si indica come Web 2.0 l’insieme di tutte quelle applicazioni online che
permettono un livello di interazione tra il sito e l’utente (blog, forum, chat,
wiki, flickr, youtube, facebook, myspace, twitter, google+, linkedin, wordpress,
foursquare, ecc.) superiore alle precendenti versioni i del World Wide Web. Dal
punto di vista strettamente tecnologico, Web 2.0 e Web 1.0 si equivalgono,
mentre a fare la differenza è l’approccio con il quale gli utenti si rivolgono
al Web: non più limitato alla semplice consultazione ma arricchito dalla
possibilità di contribuire alimentando il Web con propri contenuti.
9. A questo proposito vedere Andreev, A. : c e t e r a, Манифест Сетевой
Литературы,или Личный Опыт Поэтической Независимости:
<www.netslova.ru/esse/manif.htm>.
10. Ibid.
11.
Ibid.
12.
Ibid.
13.
Ibid.
14.
Ibid.
15. A questo proposito vedere Дискуссия о сетературе 1997-98 гг. в кратком
изложении: <www.netslova.ru/teoriya/discus.html>.
16.
<www.rvb.ru/>.
17. <www.netslova.ru/kolonka/>.
18. <platform.netslova.ru/>.
19. <www.netslova.ru/xroniki/>.
20. <www.netslova.ru/haiku/>.
21. <devotion.netslova.ru/>.
22. <kartinki.netslova.ru/>.
23. <polka.netslova.ru/>.
[15 febbraio 2012]
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