home> scrittura/lettura> La funzione Fortini. Risposte al questionario II
Stelvio Di Spigno
1. Penso che al termine di questi cambiamenti possiamo affermare soltanto che la poesia abbia perso ogni tipo di prestigio. In pratica, non è più necessaria che essa sia o dica qualcosa di serio a qualcuno. L’importanza è che essa ‘esista’, come parte di uno scalcinato e più ampio sistema culturale.
2. Nella mia scrittura ha poco peso, anche se ogni tanto finisco anch’io col domandarmi quale sia lo scopo che guida ad aprire un testo. Per il resto, la componente metapoetica è diventata, col passare del tempo, una moda. E come tutte le mode, si è fatta dilagante e fastidiosa.
3. Ho cercato di tenere attive o di attivare tutte queste variabili sin dall’inizio del mio lavoro. I significati per me hanno una straordinaria importanza perché è solo grazie a essi che si lega la nostra presenza vitale al nostro tempo. Naturalmente è dalla novità di una forma nuova che essi devono emergere. Fortini era un Maestro nel leggere il proprio tempo, e non mi stupisce leggere delle sue affermazioni così circostanziate e analitiche.
4. Ho un buon rapporto con la traduzione e in generale con le letterature straniere. Il discorso che affronta Fortini è assolutamente condivisibile. Anche in merito al peso della tradizione in generale. Aggiungerei, inoltre, che ritenere un’opera letteraria tradotta come un tassello per illuminare e completare una visione del presente (di un’altra nazione e in un altro contesto socio-culturale) è davvero un’intuizione geniale.
5. Non penso di essere in grado di dare una panoramica così a vasto raggio. So che cisono dei gruppi e dei poeti per i quali il discorso di Fortini sulla eticità della poesia è valido e produce risultati interessanti. Ma sono gruppi per lo più post-avanguardisitici. In altri ambiti della nostra letteratura patria, la poesia e tutto ciò che le gira intorno ha perduto ogni forma di eticità. Purtroppo.
[12 giugno 2008]
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