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MUOS. Il ruolo italiano nel Mediterraneo
“mare di guerra”.
Antonio Mazzeo
A Niscemi, in provincia di Caltanissetta, nel cuore di un’importante riserva
naturale, sta per essere installato uno dei quattro terminali terrestri del MUOS
(Mobile User Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni
satellitari per i conflitti del XXI secolo, quelle con i missili all’uranio
impoverito, gli aerei senza pilota e le armi nucleari in miniatura, conflitti
sempre più “virtuali”, computerizzati, disumanizzati. Disumanizzanti.
Il sistema MUOS, ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi, consentirà di
propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o chimica,
batteriologica e nucleare. E finanche quelli per scatenare la guerra al clima e
all’ambiente. Collegherà tra loro i centri di comando e controllo delle forze
armate, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio
esistenti, i gruppi operativi in combattimento e gli arsenali di morte sparsi in
tutto il pianeta. La nuova rete di satelliti e terminali terrestri consentirà di
moltiplicare di dieci volte il numero delle informazioni che saranno trasmesse
nell’unità di tempo, accrescendo in modo esponenziale i rischi che venga
scatenato l’olocausto per un mero errore tecnico.
Il MUOS incarna le mille contraddizioni della globalizzazione neoliberista.
Elemento chiave delle future guerre stellari, avrà effetti devastanti
sull’ambiente, il territorio e la salute delle popolazioni. Le tre mega-antenne
emetteranno micidiali microonde che si aggiungeranno all’inquinamento
elettromagnetico generato dalla stazione di telecomunicazione della marina
militare USA presente da vent’anni in contrada Ulmo. In un recente studio sui
rischi del nuovo sistema di telecomunicazioni a firma dei professori Massimo
Zucchetti e Massimo Coraddu del Politecnico di Torino, si riporta che nel
periodo compreso tra il dicembre 2008 e l’aprile 2010 «l’Arpa Sicilia ha
effettuato una serie di rilievi sulle emissioni generate dalla stazione di
radiotrasmissione di Niscemi che hanno consentito di rilevare valori di campo
elettrico prossimi al valore di attenzione di 6 V/m». Le misurazioni hanno
evidenziato in particolare «la presenza di un campo elettrico intenso e costante
in prossimità delle abitazioni, mostrando un sicuro raggiungimento dei limiti di
sicurezza per la popolazione e, anzi, un loro probabile superamento. In un caso
il valore rilevato è risultato prossimo al limite di attenzione stabilito dalla
normativa».
I lavori del MUOS hanno già compromesso irrimediabilmente l’habitat dell’area
naturale “Sughereta”, Sito di Importanza Comunitaria (SIC). I crescenti processi
di militarizzazione, con i loro effetti deleteri sulle attività produttive ed
economiche, stanno contribuendo allo spopolamento delle campagne e al massiccio
esodo verso il Nord di centinaia di giovani niscemesi. E come se non bastasse,
nello sfondo, l’inquietante presenza della criminalità organizzata. A eseguire
una parte delle opere per il MUOS sarebbe stata chiamata un’impresa contigua
alle “famiglie” mafiose locali.
Il Politecnico di Torino ha pure rilevato che il nuovo terminale per le Stars
Wars avrà pesantissimi effetti sul traffico aereo nei cieli siciliani e in
particolare sul vicino aeroporto di Comiso, riconvertito ad uso di civile dopo
avere ospitato negli anni ’80 i 112 missili nucleari Cruise della NATO. «La
potenza del fascio di microonde del MUOS è senz’altro in grado di provocare
gravi interferenze nella strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse
essere investito accidentalmente», scrivono i professori Zucchetti e Coraddu.
«Gli incidenti provocati dall’irraggiamento accidentale di aeromobili distanti
anche decine di Km. sono eventualità tutt’altro che remote e trascurabili ed è
incomprensibile come non siano state prese in considerazione dagli studi
progettuali della Marina militare USA. I rischi d’interferenza investono
potenzialmente tutto il traffico aereo della zona circostante il sito MUOS. Nel
raggio di 70 Km si trovano ben tre scali aerei: Comiso, a poco più di 19 Km
dalla stazione di Niscemi, e gli aeroporti militare di Sigonella e civile di
Fontanarossa (Catania), che si trovano rispettivamente a 52 Km e a 67 Km».
Sigonella e Fontanarossa, tra l’altro, sono già oggetto delle spericolate
operazioni di atterraggio e decollo dei velivoli da guerra senza pilota
Global Hawk, Predator e Reaper a disposizione delle forze
armate USA e NATO.
Per gli studiosi del Politecnico, l’irraggiamento a distanza ravvicinata, di un
aereo militare, potrebbe avere conseguenze inimmaginabili. «Le interferenze
generate dalle antenne possono arrivare infatti a innescare accidentalmente gli
ordigni trasportati. È quanto accaduto il 29 luglio 1967 nel Golfo del Tonchino
alla portaerei US Forrestal, quando le radiazioni emesse dal radar
di bordo detonarono un missile in dotazione ad un caccia F-14, causando una
violenta esplosione e la morte di 134 militari. Tali considerazioni dovrebbero
portare a interdire cautelativamente vaste aree dello spazio aereo sovrastanti
l’installazione del MUOS».
Gli insostenibili pericoli per il traffico aereo del nuovo sistema di
telecomunicazioni satellitari sono del tutto noti ai tecnici statunitensi, al
punto che sei anni fa fu deciso di dirottare a Niscemi il terminale MUOS
destinato originariamente alla stazione aeronavale di Sigonella. A determinare
il cambio di destinazione, le risultanze di uno studio sull’impatto delle onde
elettromagnetiche generate dalle grandi antenne (Sicily RADHAZ Radio and
Radar Radiation Hazards Model), eseguito da due aziende statunitensi, AGI -
Analytical Graphics Inc. e Maxim Systems. Nello specifico, venne elaborato un
modello di verifica dei rischi di irradiazione sui sistemi d’armi, munizioni,
propellenti ed esplosivi (il cosiddetto HERO - Hazards of Electromagnetic to
Ordnance), ospitati nella grande base siciliana. Appurato che le fortissime
emissioni elettromagnetiche del MUOS potevano avviare la detonazione degli
ordigni, AGI e Maxim Systems raccomandarono i militari statunitensi di non
installare i trasmettitori a Sigonella. Anche Filippo Gemma, amministratore di
Gmspazio Srl di Roma (società che rappresenta in Italia la statunitense AGI), ha
confermato l’esito negativo dello studio sull’impatto elettromagnetico. Nel
corso dello speciale di Rai News 24 Base Usa di Sigonella. Il pericolo
annunciato, trasmesso il 22 novembre 2007, Gemma ha dichiarato che «una
delle raccomandazioni di AGI era che questo tipo di trasmettitore non dovesse
essere installato in prossimità di velivoli dotati di armamento, i cui
detonatori potessero essere influenzati dalle emissioni elettromagnetiche del
trasmettitore stesso».
Contro il devastante progetto militare – mai discusso in sede parlamentare – si
sono pronunciati tre consigli provinciali (Catania, Ragusa e Caltanissetta) e
quasi tutti i Comuni vicini all’installazione USA di contrada Ulmo. In un primo
tempo anche il Presidente della regione siciliana, Raffaele Lombardo, si era
dichiarato contro il MUOS, poi con un repentino e più che sospetto giro di
valzer si è trasformato in uno dei suoi più convinti sostenitori. Ciononostante
comitati spontanei di cittadini, istituzioni e associazioni politiche, sindacali
e ambientaliste stanno moltiplicando gli sforzi per ottenere la revoca delle
autorizzazioni concesse per l’installazione delle mega-antenne. Dopo un corteo
di protesta a Niscemi il 31 marzo scorso e un presidio a Comiso il 4 aprile in
occasione del trentennale della grande manifestazione contro i missili nucleari
Cruise, i No MUOS siciliani si sono ritrovati a Niscemi per un meeting
con incontri e spettacoli il 29-30 aprile e l’1 maggio, a Vittoria il 19 maggio
per un grande concerto contro le mega-antenne e ancora a Niscemi il 4 giugno in
occasione della principale tappa in Sicilia della Carovana Internazionale
Antimafie organizzata da Arci, Libera e Avviso Pubblico. Il prossimo evento
in cantiere di carattere regionale è la giornata di studio e mobilitazione
anti-MUOS previsto a Modica sabato 30 giugno, a cui interverranno, tra gli
altri, il fisico Massimo Coraddu, il giornalista Giulietto Chiesa e i
rappresentanti dei movimenti No Ponte e No TAV.
«L’intero territorio dell’Isola ha già pagato altissimi costi sociali ed
economici per le dissennate scelte di riarmo e militarizzazione», afferma
Alfonso Di Stefano della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella.
«Il recente conflitto in Libia ha consacrato il ruolo della Sicilia come grande
portaerei per le operazioni di attacco USA, NATO ed extra-NATO in Africa e Medio
Oriente. Dallo scalo “civile” di Trapani Birgi sono stati scatenati buona parte
dei bombardamenti contro l’esercito e la popolazione civile libica. Sigonella è
stata trasformata in capitale mondiale dei famigerati Global Hawk mentre
prolifera ovunque l’installazione di radar per l’intercettazione delle
imbarcazioni di migranti. Tutto ciò per perpetuare il modello di rapina delle
risorse energetiche e arricchire i signori del complesso militare-industriale
statunitense». Il MUOS, costato già più di sei miliardi di dollari, ha come
principale contractor Lockheed Martin, il colosso a capo del dissennato
programma dei cacciabombardieri F-35. Il dio di tutte le guerre ha sempre lo
stesso volto di morte.
[Articolo pubblicato in Lotta Continua, n. 2, aprile 2012 e qui
riproposto per gentile concessione dell’autore.]
[2 luglio
2012]
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