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 novità  

23 maggio 2014

Pensare dal limite di Massimo Cappitti
Mario Pezzella
recensioni

I saggi raccolti in questo libro di Massimo Cappitti (Pensare dal limite. Contributi di teoria critica, Arezzo, Zona, 2013)pongono a confronto alcuni autori del “comunismo eretico” del ‘900 (come Luxembourg, Korsch, Montaldi) con la scrittura letteraria (Flaubert, De Lillo, Glissant), interrogando il rapporto tra narratività e pensiero politico. [leggi]

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17 maggio 2014

Lu Xun, un uomo di frontiera
Benedetta Francioni
i paesi allegorici

In questi sei mesi ho visto ancora moltissimo sangue e moltissime lacrime, ma io non ho che i miei saggi brevi e questo è tutto. Le lacrime asciugate, il sangue cancellato; i macellai vengono e vanno a piacimento, con rigidi coltelli, con morbidi coltelli. Ma io non ho che i miei “saggi brevi” e questo è tutto. E se anche i “saggi brevi” un giorno saranno “condotti in debito luogo”, io non avrò che E questo è tutto e questo è tutto!
[Lu Xun, epigrafe a E questo è tutto, 19281] [leggi]

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22 aprile 2014

Di epica nuova
Paolo Rabissi, Franco Romanò
interventi/interviste

In occasione dell’uscita del blog www.diepicanuova.blogspot.it Paolo Rabissi e Franco Romanò hanno fornito un resoconto della discussione, da loro promossa, intorno all’idea di una «epica nuova». Ne accogliamo il testo nel nostro sito con l’intento di sollecitare attenzione al tema e di promuovere un dibattito aperto a tutti i nostri lettori e collaboratori. [leggi]

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5 aprile 2014

Dividere e unire (1947 - 1967). Dedicato a Fortini*
Irene Grassini
fortiniana

Pour Franco e Ruth Fortini
En signe de fraternelle compréhension et dans le souci commun d’un élargissement constant des volontés et des pouvoirs qui ne divisent pas, qui seulement et d’abord rassemblent

Robert Antelme, L’Espèce humaine, Paris, Èdition Robert Marin, 1947

La dedica di Antelme a Fortini nell’esemplare di L’Espèce humaine della biblioteca fortiniana mette in evidenza un tema fondamentale in molti pensatori del Novecento: il tema dell’unione/divisione. La dedica è di particolare interesse poiché sembra anticipare un tema caro allo stesso Fortini.
La conoscenza tra Franco Fortini e Robert Antelme avviene tramite l’amico Elio Vittorini.

[leggi]
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Presentazione Fondo Edoarda Masi

Biblioteca Nazionale Braidense

Giovedì, 13 marzo 2014 - ore 18.00
Sala Maria Teresa

Presentazione del Fondo
Edoarda Masi

Intervengono:

Andrea De Pasquale,
direttore della Biblioteca Nazionale Braidense

Liliana Lanzardo
già docente di metodologie sociologiche e metodologia della ricerca storica all’Università di Trieste

Silvia Pozzi
docente di lingua e letteratura cinese all’Università di Milano-Bicocca

Durante l’incontro l’attrice Silvia Gallerano leggerà alcuni brani da Erbe selvatiche di Lu Xun


Invito        Comunicato Stampa        Locandina
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1 marzo 2014

Commento a Una sera di nebbia... di Franco Fortini
Andrea Gibellini
fortiniana

È una poesia inclusa nel libro uscito nel 1984 intitolato Paesaggio con serpente e presente nella sezione Di seconda intenzione. Questa poesia può essere l'imitazione o la traduzione di una poesia o una poesia scritta su di un racconto storico meditato da Fortini. Penso a quest'ultima ipotesi. Nella stessa sequenza Di seconda intenzione altre due composizioni sono affini per l'aspetto drammatico del tema svolto a Una sera di nebbia..: Monologo del Tasso a Sant'Anna e Nota su Poussin. [leggi]
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19 febbraio 2014

Autori e intenzioni
Francesco Diaco
recensioni

Il recente saggio di Talamo è un libro che merita di essere conosciuto da un pubblico vasto ed eterogeneo per numerose ragioni, e soprattutto per quegli aspetti e quelle qualità che ne consentono una duplice modalità di lettura. L’autore, infatti, riesce a distinguere e intrecciare due piani ugualmente necessari: da una parte quello della proposta teorica originale e militante, dall’altra quello della rassegna storico-critica. Si tratta, cioè, di uno studio che avanza sì delle ipotesi innovative ma che, allo stesso tempo, ripercorre quasi un secolo di riflessioni, riassumendo con precisione e lucidità un dibattito fitto di voci e punti di vista differenti. [leggi]
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8 febbraio 2014

I bambini e gli antenati. Ritrovare il filo con l’aiuto dei poeti
Pietro Clemente
interventi/interviste

Le città sono entrate nel ‘900 come spazi di emancipazione e di creazione di individui sciolti dai loro legami nella terra e nella genealogia. Sono uscite dal ‘900 come giganteschi coacervi pieni di aria cattiva, criminalità, ingestibili nessi tra permanenze del villaggio, nuovi protagonismi individuali e generazionali e nuove istituzioni di civiltà e di cultura comune. Con la diffusa speranza che comincia la de-urbanizzazione. I dati del decennio 1981 – 1991 la annunciavano cominciata, ma in verità essa si è trasformata in un processo, detto della ‘città diffusa’, tentativo di conquista urbana globale del paesaggio. [leggi]
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1 febbraio 2014

Versi di non-amore: Fortini e "La buona voglia"
Gabriele Fichera
fortiniana

Il testo poetico di Franco Fortini La buona voglia nasconde sotto l'apparente semplicità, e starei per dire bonomia, del dettato e della impostazione, una spiazzante varietà di dislivelli semantici e formali. Il lettore aduso alla poesia fortiniana si trova già disorientato al cospetto della tematica erotica, inconsueta nel mondo espressivo di questo autore. Ad una più approfondita lettura tale stupore dà luogo ad uno straniamento sempre crescente. [leggi]
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27 gennaio 2014

Critica resistente: la lezione di Luperini*
Pierluigi Pellini
interventi/interviste

Solo in apparenza intona, questo nuovo libro di Romano Luperini, l'ennesima lamentazione sulla conclamata (da due decenni almeno) crisi della critica: dei metodi d'analisi del testo letterario che si sono sviluppati e affrontati nella seconda metà del Novecento è data infatti per scontata l'obsolescenza, e non tanto per l'eventuale fragilità intrinseca delle singole proposte teoriche, quanto per l'irreversibile venir meno di un pubblico della saggistica letteraria e di un riconosciuto ruolo sociale della letteratura stessa. [leggi]

*Questo intervento è uscito sul "manifesto"

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10 gennaio 2014

The Nonstate Intellectual: Franco Fortini and Communist Criticism
Alberto Toscano
fortiniana

A COMMUNIST CANNOT BE AN INTELLECTUAL. A communist can only be an intellectual. On one column of our antinomic ledger, we note the specifically bourgeois character of the intellectual’s role, the manner in which it embodies a separation between mind and hand, design and execution, reflection and compulsion - baseline premises of capital’s domination. Even, or especially, in the more liberal and humanist exaltations of the intellectual as an Olympian moral beacon, we have learned to make out a universalism whose condition of enunciation is that only some have access to it. On the other column, we register the programmatic conviction that intellectual life is both a generic condition of human beings in society and something that will flourish only after capitalism’s demise, through revolutions in pedagogy and the pedagogy of revolution. [leggi]
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16 dicembre 2013

Intorno al saggismo di Fortini: pretesto, tensioni, "letterarietà"
Filippo Grendene
interventi/interviste

La saggistica entro sé contiene una tensione universale, totalizzante, volta per volta in maggior o minor misura espressa e percepita. Tale tensione, tuttavia, necessita di un oggetto sul quale applicarsi, da cui prender piede: poiché essa, anima di una forma pratica che è al tempo stesso necessità e limite, non è in grado di esprimersi in purezza. La saggistica, infatti, quando spogliata di qualsivoglia edificio teoretico, speculativo, critico puntuale, disvela al centro una tensione fra particolare e generale, fra prassi e teoria anche, da cui trae la propria forza. [leggi]
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5 dicembre 2013

I pareri di lettura di Franco Fortini
Ennio Abate
recensioni

Con la doppia esperienza di occasionale e non professionale datore e ricevente di pareri su testi di poesia, leggo con curiosità un prezioso libretto dal titolo lunghissimo: "Meglio peccare fortiter". Poeti e versificatori, ritardatari e aggiornatissimi nei pareri di lettura di Franco Fortini. Edito in questo 2013 da Pacini (Ospedaletto di Pisa) - un'ottantina di pagine, in copertina una paginetta con una decina di nomi di poeti nella nitida grafia fortiniana e una sua foto da giovane (1948), chino e come in agguato, su un'Olivetti Lettera 32 (se non sbaglio) - è stato preparato da Marianna Marrucci e Valentina Tinacci. [leggi]
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18 novembre 2013

Ricordo di Gianni Volpi
Sergio Toffetti

Il mese scorso è scomparso Gianni Volpi, a Torino dove viveva. Della sua figura di critico cinematografico, di organizzatore e di intellettuale hanno scritto sui quotidiani, tra gli altri, Alberto Barbera e Paolo Mereghetti; Sergio Toffetti ha scritto per noi un suo ricordo, che proponiamo con gratitudine e sincera partecipazione. [leggi]


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12 novembre 2013

Otto modeste e vecchie proposte.
Ezio Partesana
i paesi allegorici > Palestina/Israele

I) Da dove dobbiamo cominciare a contare il tempo? Dalla proclamazione dello Stato di Israele? Dal crollo dell'Impero Ottomano, dalla conquista tartara? È tutto più chiaro se partiamo da Maometto? O è meglio considerare come inizio la Provincia di Roma, il Regno di Davide, la dominazione degli Assiri? Ognuno chiarisca a se stesso sino a quando vuol risalire all'indietro e pubblicamente spieghi le ragioni della sua scelta. [leggi]


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5 novembre 2013

La perseveranza. Sui versi di Cristina Alziati.
Luca Lenzini
recensioni

Più di due anni sono trascorsi dalla pubblicazione e a Come non piangenti (Marcos y Marcos, 2011) seconda raccolta poetica di Cristina Alziati (la prima, A compimento, è del 2005), non sono mancati, nel frattempo, i riconoscimenti. Basterà ricordare l'importante Premio Pozzale - Luigi Russo, raramente attribuito a poeti; e del resto, fin dalla quarta di copertina del libro un autore affermato e competente come Fabio Pusterla dichiarava (e anche dichiarazioni del genere non sono frequenti): «Non vedo in Italia molti poeti in grado di tenere il passo di Cristina Alziati.» [leggi]


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30 ottobre 2013

Quasimodo (et Cielo d'Alcamo), hypothèse andalouse
Jean-Charles Vegliante
scrittura/lettura > poesia

Nello specchio della luna
si pettinano fanciulle col petto d'arance.
Le morte chitarre (FVV)

Plutôt qu'une hypothèse, à vrai dire, j'aimerais avancer ici une modeste proposition de travail, en direction de qui sera sans aucun doute mieux armé que moi pour en développer des aspects pouvant mener, peut-être, à l'embryon d'une véritable thèse. D'emblée, devant certains vers comme ceux cités en exergue, mon idée serait celle d'une influence peu ou non consciente d'éléments langagiers, essentiellement de nature symbolique et musicale (sons, rythmes), tels qu'une intertextualité généralisée - ou architexture selon Genette - aurait été susceptible d'en véhiculer à travers les âges, les idiomes en contact, les genres. [leggi in PDF]


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11 ottobre 2013

Una scaletta per Tito
Centro Studi Franco Fortini
interventi/interviste

Con la scomparsa di Tito Perlini (Trieste 1931-2013), il Centro studi Franco Fortini perde uno dei membri che più hanno contribuito a dargli una fisionomia intellettuale e culturale all'altezza della propria insegna. Incaricato dallo stesso Fortini di seguire il proprio lascito di scritti di ambito filosofico e più in generale di storia del "pensiero critico", Perlini ha partecipato attivamente ai lavori del Comitato scientifico e alla progettazione dell'«Ospite ingrato»: il suo apporto di maggiore spessore è rappresentato dal numero della rivista (2008, 1) dedicato a Verità / Relativismo / Relatività e da lui interamente curato, chiamando a collaborare amici e allievi e fornendo un saggio introduttivo in cui Claudio Magris ha ravvisato un suo «capolavoro». [leggi]


11 ottobre 2013

Una stanza all'Einaudi
Gianni Sofri
editoria e industria culturale

Sul n. 160 de «Lo Straniero» (ottobre 2013, pp. 88-91), Gianni Sofri ha recensito Una stanza all'Einaudi di Luca Baranelli e Francesco Ciafaloni, pubblicato a cura di Alberto Saibene per le edizioni Quodlibet. Riproponiamo la recensione nel nostro sito non solo per le tangenze "storiche" con un universo di cui Franco Fortini è stato parte, ma per l'interesse intrinseco del libro, che merita la più vasta attenzione da parte di chi s'interessa di storia dell'editoria e della cultura. Ringraziamo Goffredo Fofi e «Lo Straniero» per l'autorizzazione a riprodurre l'articolo. [leggi]


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27 agosto 2013

I lampi della magnolia
Donato Salzarulo
fortiniana

Il testo è parte di un lavoro di approfondimento sulla poesia rivolto agli alunni di sei classi quinte del Secondo Circolo Didattico di Cologno Monzese. Nella primavera 2010, in occasione della "Giornata internazionale della poesia", Donato Salzarulo ha letto e commentato la poesia di Franco Fortini I lampi della Magnolia (da Paesaggio con serpente); gli scolari hanno successivamente realizzato disegni e testi sul messaggio poetico. La documentazione è stata riportata in un libretto regalato alle insegnanti e ai genitori delle classi interessate, col'obbiettivo di far conoscere a un pubblico più vasto e meno esperto in materia un poeta ancora troppo poco "frequentato" nelle scuole. [leggi]


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18 marzo 2013

Edoarda Masi (1927-2011) è stata membro e attivissima animatrice del Centro Studi Franco Fortini fin dalla sua fondazione. Con i due testi che potete leggere di seguito, entrambi inediti, intendiamo riproporne le riflessioni sulla Cina di Mao, con una introduzione di Vittorio Rieser, che partecipò al colloquio del 2004 con Mireille de Gouville.

Nota Introduttiva
Vittorio Rieser
interventi/interviste

Nel 2002 uscì presso Scheiwiller una raccolta di saggi di Edoarda Masi, Storie del bosco letterario.
Insieme a molti saggi sulla letteratura e sulla cultura cinese, essa conteneva anche un saggio di carattere politico, Rivoluzione cinese e rivoluzione culturale, che costituiva in qualche modo un punto di arrivo della riflessione di Edoarda sulla rivoluzione cinese e su Mao Zedong. Stimolato dalla lettura di quel saggio, proposi a Edoarda e a Mireille de Gouville (altra profonda conoscitrice della Cina, dove aveva studiato da giovane e dov'era tornata più volte) di trovarci per una discussione ampia e "a ruota libera" su questi temi. Il che avvenne nel 2004, nella casa che Edoarda aveva a Borgotaro.
La discussione si protrasse per due mezze giornate, a partire da alcune mie note proposte come traccia orientativa. Non era destinata alla pubblicazione - e infatti il testo che qui pubblichiamo, basato sulla sbobinatura quasi integrale di quella conversazione, ha le caratteristiche, talvolta divaganti, di una discussione a ruota libera; voleva piuttosto essere un materiale di lavoro, a partire dal quale confrontarsi poi con altri compagni e studiosi. Infatti fu poi seguito da una traccia di problemi destinati a impostare successivi incontri: ma, per una serie di circostanze, il lavoro non ebbe seguito. [leggi]


Mao Zedong e la rivoluzione culturale in Cina
Conversazione fra Mireille de Gouville, Edoarda Masi e Vittorio Rieser. Borgotaro 2004.
interventi/interviste

Edoarda. C'è una cosa che vediamo meglio ora. Allora vedevamo di più un altro aspetto: impedire (detto grossolanamente) che la Cina facesse la fine dell'Urss. Ma c'era un'altra questione, collegata. In Cina c'era stata una grande rivoluzione contadina, che agli operai era stata «portata» (non che gli operai non avessero lottato; però a Shanghai sono arrivati i soldati dell'esercito rosso). Dopo la presa del potere in tutto il paese, certamente i contadini hanno migliorato la loro condizione rispetto all'epoca del Guomindang, ma rispetto all'evoluzione della società - anche all'evoluzione economica - i contadini sono rimasti sempre gli emarginati. Al centro della rivoluzione, o meglio della cosiddetta costruzione del socialismo, ci sono le città, c'è l'industria. I contadini sono penalizzati, vengono spremuti, anche se la loro condizione non è nel complesso quella tragica di oggi. Mao ha rilanciato ripetutamente la possibilità di offrire una chance ai contadini; ma non ha funzionato. Secondo me, è un punto importante, è uno dei motivi per cui Mao rilancia la rivoluzione: nel suo modo di vedere, i contadini erano stati la parte vitale della rivoluzione già dal rapporto sul movimento contadino nel Hunan (dove si dice all'incirca - non ricordo bene la frase - che se si debbono attribuire percentuali, nella rivoluzione cinese i contadini pesano per il 90 per cento). [leggi]


Mao, un monaco nella rivoluzione culturale?
Edoarda Masi
interventi/interviste

Quando diciamo anarchismo dovremmo distinguere almeno fra due orientamenti di pensiero - che pure si trovano a volte intrecciati nei singoli individui. Da un lato c'è una posizione politica; dall'altro, un tirarsi fuori dalla politica. Per esempio, il Gesù di Nazareth che dice «date a Cesare quel che è di Cesare», e che si lascia condannare a morte pur di non essere implicato nella resistenza ai romani, si tira fuori dalla politica. Propriamente politici sono in generale i movimenti anarchici nell'Europa dell'Otto-Novecento.
Gli anarchici cinesi del primo Novecento si ispiravano a questi ultimi, specialmente agli esponenti pacifisti o pacifici, come Kropotkin. Ma gli interpreti cinesi, e ancor più gli storici non cinesi, hanno individuato nel pensiero taoista un precedente indigeno di quell'anarchismo. Senza dubbio i grandi taoisti dell'antichità, ma anche il taoismo medioevale, esprimono un pensiero politico - tutto il pensiero cinese è politico: un pensiero olistico che sempre si vuole tradotto in prassi sociale. E senza dubbio, fra le "cento scuole" che fiorirono fra il VI e il III secolo avanti l'era volgare, il pensiero taoista si affermò come l'antitesi-complemento più valido e durevole all'altra maggiore scuola, quella dei letterati (noi europei diciamo confuciana), che produsse la dottrina ortodossa del potere istituzionale. [leggi]


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27 febbraio 2013

Narrare la Shoah
Giovanna Tomassucci
interventi/interviste

Il libro di Yannick Haenel in francese si chiama semplicemente Jan Karski e in italiano Il testimone inascoltato. Ha ricevuto due premi importanti (Prix du roman Fnac e Interallié) ed è stato candidato al Goncourt. Da esso è stato tratto lo spettacolo teatrale di Arthur Nauzyciel, Jan Karski (mon nom est une fiction), presentato nel 2011 ad Avignone.
L'ho scoperto nel lo scorso ottobre, durante un incontro all'Istituto francese di Firenze e ho avuto la fortuna di poterlo presentare poco dopo accanto all'autore al Pisa Book Festival 2012.
Haenel è uno scrittore francese apprezzato (prima di questo libro ha pubblicato con successo quattro romanzi, accanto a saggi e libri di interviste). Attualmente vive tra la Francia e l'Italia. Prima non si era occupato né di questioni polacche né di Shoah, ma aveva narrato la solitudine come condizione esistenziale estrema, perfino allucinatoria, scatenata da reazioni a eventi storici quali l'11 settembre o Hiroshima.


Shoah
Jan Karsk
interventi/interviste

A metà ottobre di quest'anno [1985 n.d. G.T.] sono stato invitato ad assistere a una proiezione riservata del film Shoah, assieme ad alcune altre persone: Monsignor George Higgins, professore di Teologia cattolica, Richard Davies, ex ambasciatore degli Stati Uniti a Varsavia, sincero amico dei polacchi, e Abraham Bumberg, apprezzato scrittore, anche lui simpatizzante per la Polonia.
Il film dura oltre nove ore. Non vi sono attori, ma solo interviste con le vittime dell'inferno dell'Olocausto, con i suoi diretti carnefici e con i testimoni oculari. Vengono mostrati anche documenti originali e rapporti tedeschi. Alcune interviste (con i tedeschi) sono state filmate di nascosto. Si vedono inoltre i lager, le camere a gas, i villaggi e le cittadine che si trovavano nei pressi dei campi, sia come apparivano durante la guerra, sia nel loro stato attuale. [leggi]

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A lezione da Maggie
Luca Lenzini
interventi/interviste

(Uno.) Nel suo libro di memorie Hitch 22 (ed. it. Torino, Einaudi, 2012) Christopher Hitchens, nato nel '49, racconta un episodio avvenuto alla metà degli anni '70. Attivista di sinistra, marxista eterodosso e brillante esponente della gauche oxoniense, Hitch si trova alla Camera dei Lord dove viene presentato il libro di un Pari e dove sopraggiunge, da poco eletta leader del Partito Conservatore, Margaret Thatcher. «Mi sentivo refrattario alla signora Thatcher per molti aspetti, - scrive Hitchens - dal momento che con tutto il suo irrefrenabile sostegno al "libero mercato" sembrava essere una convinta alleata del regime colonialista bianco, autoritario e protezionista della Rhodesia.»(p. 224) Avviene così che proprio sul tema della Rhodesia si accende una discussione tra i due: Hitchens è convinto delle proprie ragioni, ma la futura Iron Lady «continuò a difendere il suo sbaglio con un'energia talmente implacabile che alla fine le diedi partita vinta e accennai anche un inchino per sottolineare la mia rinuncia.» E qui viene il bello, perché la Thatcher se ne esce a questo punto con una sorprendente richiesta: «No, - disse lei - si inchini di più!» e quando l'interlocutore obbedisce, tuttavia essa ancora non si accontenta: «No, no [...] Molto di più!» [leggi]

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